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Alfred Chandler

di Umberto Bertonelli

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Indice

La prospettiva di Alfred Chandler è unica nel suo genere, poiché considera l'impresa come un pool di risorse tecniche e manageriali, capace di abbracciare tutti i temi della crescita e spiegare i fenomeni trattati in precedenza. Il suo approccio alla storia della grande azienda, molto vicino all'impostazione analitica dell'economista Edith Penrose, permette di analizzare sia l'integrazione verticale sia quella orizzontale, gettando solide fondamenta per la comprensione dell'impresa moderna. Questo approccio trova il suo culmine nella pubblicazione di Strategy and Structure, il volume che sostiene le argomentazioni esposte in questo articolo.

La tesi del triplice investimento

Il volume analizza il periodo dalla seconda metà dell'Ottocento fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, esaminando le imprese tedesche, inglesi e americane con più di 20.000 dipendenti. Questi dati, che rappresentavano i due terzi dell'economia globale, dimostrano che l'espansione delle imprese è correlata a tre fattori:

  1. Aumento della produzione
  2. Perfezionamento della distribuzione
  3. Innovazione dell'organizzazione manageriale

Questa tesi, detta del triplice investimento, si è rivelata essenziale per la nascita dell'impresa industriale moderna.

Dettagli del triplice investimento

Secondo Chandler, il triplice investimento comprende:

L'esistenza di canali di distribuzione efficaci era fondamentale per garantire la velocità e la regolarità degli scambi e per il successo delle economie di scala. La complessità del modello richiedeva un management capace di coordinare la produzione e la distribuzione.

Il concetto di first movers

Il concetto di first movers si sviluppa come conseguenza del triplice investimento. I first movers sono le aziende che per prime ottengono vantaggi competitivi attraverso questo processo, facilitando la loro crescita ed espansione con minori difficoltà. La crescita aziendale si realizza anche attraverso:

Collaborazione tra stato e impresa

Il successo americano dell'epoca può essere attribuito alla collaborazione tra stato e impresa, in cui lo stato gettava le basi per lo sviluppo infrastrutturale e l'impresa generava utili per tutti gli stakeholder.

Berle e Means

Gli autori Berle e Means, noti per una visione pessimista del management, giunsero a conclusioni simili a quelle di Chandler. Essi sostenevano che i vertici manageriali potessero diventare indipendenti dalla proprietà, perpetuando il proprio potere senza dover giustificare le loro scelte. Per loro, il trasferimento del controllo al management era la conseguenza di una rivoluzione organizzativa più che del frazionamento della proprietà.

Valore sociale dell'impresa

La moderna società per azioni aveva motivo di esistere per servire la comunità nel suo complesso, oltre ai proprietari e al gruppo dirigente. La soluzione al problema del controllo aziendale si spostava sul valore sociale dell'impresa e sugli interessi degli stakeholder:

Walter Rathenau e la visione integrata

In Germania nel primo dopoguerra, Walter Rathenau, manager e politico, raggiunse conclusioni simili. Egli riteneva che l'impresa e lo stato dovessero integrarsi nella società, così come i vari gruppi all'interno dell'impresa avrebbero dovuto lavorare per servire la comunità. Rathenau vedeva la coincidenza degli obiettivi del management e della proprietà come possibile, ma evidenziava i rischi legati agli azionisti focalizzati solo sui guadagni a breve termine.

Conclusioni

La visione di Chandler e quella di autori come Berle e Means e Rathenau sottolineano l'importanza di un approccio integrato in cui l'impresa moderna non serve solo i suoi proprietari, ma la società nel suo insieme, ponendosi come un pilastro nella conservazione e difesa dello stato nazionale.


[1] Riferimento alla teoria degli Stakeholder elaborata da Robert Edward Freeman (che potrebbe essere approfondita in futuro).

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