In questa fase affronterò i diversi approcci al capitalismo e all'economia adottati dalle varie nazioni subito dopo il Novecento, durante la Terza Rivoluzione Industriale. I paesi non trattati questa settimana, come Italia, Francia, Cina, Russia, Giappone, Corea e Argentina, saranno discussi in seguito per offrire una visione compatta e lineare.
Capitalismo Manageriale
Alla fine della Prima Guerra Mondiale, gli Stati Uniti erano il paese industriale più sviluppato al mondo. Le grandi imprese americane erano in parte il risultato di crescita interna e in parte l'esito di fusioni. Queste fusioni producevano entità di valore superiore alla somma delle parti iniziali, poiché comportavano:
- Chiusura di impianti inefficienti
- Costruzione di nuovi stabilimenti con tecnologie avanzate per sfruttare le economie di scala e diversificazione
Modello organizzativo
Il modello organizzativo prevalente era la U-form (impresa unitaria), che includeva funzioni come:
- Produzione
- Marketing
- Logistica
- Risorse umane
- Finanza
- Servizi legali
Queste funzioni erano supervisionate quotidianamente dai membri del consiglio di amministrazione, con un'autorità fortemente centralizzata.
Evoluzione organizzativa
Negli Stati Uniti, i problemi legati alla gestione delle grandi imprese erano stati risolti nel quarantennio precedente alla Prima Guerra Mondiale. I pionieri avevano sviluppato competenze tecniche e manageriali, delineando chiare gerarchie relative all'autorità e alle comunicazioni interne.
Negli anni Venti, il management professionale acquisì un'importanza crescente, portando alla nascita della moderna impresa multidivisionale.
Ricerca e sviluppo
In settori come l'elettromeccanico e il chimico, i dipartimenti di R&S permisero lo sviluppo di nuovi prodotti basati su tecnologie originali. La crescita dell'impresa si basava non solo su fattori esterni (come l'andamento dei prezzi), ma anche sugli sviluppi interni. Le risorse sottoutilizzate stimolavano l'espansione, e spesso il management stesso rappresentava la risorsa più preziosa dell'impresa.
Esempi di leadership
- DuPont e General Motors (GM) furono pionieri nella soluzione dei problemi di gestione. Capirono l'importanza di concedere ai manager una certa libertà operativa.
- DuPont si espanse dalla nitrocellulosa ai pellami artificiali, alle fibre sintetiche e alle materie plastiche.
- GM produceva automobili, autocarri e componenti, con divisioni indipendenti dotate di una propria organizzazione.
Il modello multidivisionale
Il modello multidivisionale richiedeva la diffusione del potere decisionale. I top manager agivano come comandanti in capo, mentre i leader delle divisioni operavano come generali. Questo modello non era un esito universale di successo per tutte le imprese. Henry Ford, ad esempio, resistette a questi cambiamenti.
Caso Ford vs. GM
- Henry Ford aveva un'avversione per la burocrazia aziendale e non riuscì ad adattarsi al modello multidivisionale.
- Ford era dominante nel 1921, con una quota di mercato del 55,7%, ma la GM, con il motto "un'automobile per ogni borsa e per ogni scopo", si adattò meglio ai cambiamenti del mercato e presto superò Ford.
- La GM suddivideva la produzione in cinque divisioni per diversi livelli di reddito, basando la produzione su dati di mercato precisi.
- Negli anni 1927-1937, Ford segnò una perdita di 15,9 milioni di dollari, mentre i profitti netti di GM sfioravano i 2 miliardi di dollari. Nel 1940, la quota di mercato di Ford crollò al 18,9%, superata dal 23,7% della Chrysler e dal 47,5% della GM.
Dopo la morte di Henry Ford nel 1947, la società iniziò a recuperare terreno, adottando la struttura organizzativa della GM e assumendo manager di alto profilo.
Questo articolo illustra l'evoluzione del capitalismo manageriale e le dinamiche che hanno portato alla crescita e al declino delle grandi imprese nel XX secolo.