Gli Stati Uniti e l'Europa occidentale furono le prime aree a sperimentare il cambiamento che, nei decenni seguenti, si sarebbe diffuso in tutto il mondo. Tuttavia, vi furono differenze qualitative e temporali nell'affermazione delle grandi imprese tra le varie nazioni. Gli Stati Uniti, favoriti dalla dotazione di materie prime e da una popolazione in continua crescita, assunsero rapidamente una posizione di leadership nello sfruttamento delle nuove tecnologie. Prima della Prima Guerra Mondiale, le large corporation erano già un fenomeno consolidato nell'economia nordamericana, accompagnate da una rapida crescita economica.
Differenze tra le nazioni industriali
Le opportunità offerte dalla Seconda Rivoluzione Industriale furono sfruttate in modi diversi dalle tre principali nazioni industriali: Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna. Per comprendere queste differenze è essenziale considerare:
- Caratteristiche dei mercati
- Regolamentazione della competizione economica
- Atteggiamenti sociali verso la grande impresa
- Risorse culturali disponibili
La Germania
Prima del 1914, la grande azienda in Germania presentava caratteristiche simili a quelle delle large corporation americane, ma con tratti distintivi. La proprietà continuava a esercitare un ruolo importante nella direzione dell'impresa e nelle decisioni sugli investimenti necessari per l'espansione. I proprietari tedeschi dimostravano una particolare attenzione alla costruzione di gerarchie manageriali estese e selezionate.
Settori industriali dominanti
La grande corporation non divenne leader in tutti i settori della Seconda Rivoluzione Industriale. A differenza degli Stati Uniti, la Germania si concentrò principalmente su:
- Ferrovie
- Settori elettromeccanico e siderurgico
- Chimica
- Meccanica pesante
La produzione di beni di consumo rimase marginale, sia per il reddito pro capite nazionale relativamente basso rispetto agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna, sia perché le imprese di queste nazioni avevano già occupato velocemente i mercati.
Esempi di successo
All'inizio degli anni 1880, le industrie elettromeccaniche tedesche, come Siemens e Allgemeine Elektricitäts-Gesellschaft (AEG), raggiunsero e superarono le americane General Electric e Westinghouse, mantenendo il dominio per oltre sessant'anni. Anche nel settore chimico, imprese come BASF, Bayer e Hoechst detenevano una posizione di forza, coprendo tra il 70% e l'80% della domanda mondiale di coloranti sintetici nel 1913.
Ruolo dei cartelli
La presenza di cartelli ha influenzato lo sviluppo dei settori più dinamici dell'economia tedesca, cambiando le regole della competizione senza sacrificare l'efficienza. Le grandi aziende nei cartelli avevano incentivi a:
- Perseguire economie di scala e di diversificazione
- Integrare verticalmente i processi produttivi per ridurre i costi unitari
Questo approccio permetteva alle imprese di aumentare il differenziale tra i prezzi stabiliti dal cartello e i costi di produzione.
Istruzione e innovazione
Le eccellenti istituzioni educative tedesche giocarono un ruolo decisivo nel successo economico di molti settori. Alla fine del XIX secolo, le università tedesche erano riconosciute per i loro dipartimenti di ricerca e centri di studio scientifico e tecnologico, spesso superiori agli omologhi americani e britannici.
Associazioni imprenditoriali e politiche pubbliche
Le associazioni imprenditoriali tedesche contribuirono a:
- Pianificare la crescita e la ristrutturazione a lungo termine
- Coordinare politiche economiche con il supporto delle autorità pubbliche
- Gestire strategie economiche per regioni diverse del Paese
Dinamismo delle piccole e medie imprese
Come negli Stati Uniti, l'affermazione della corporation in Germania non eliminò la piccola impresa. Le piccole e medie aziende mantennero un ruolo importante nel tessuto economico, dimostrando dinamismo e individuando nicchie industriali grazie alle loro capacità artigiane e al supporto delle associazioni locali.