Ci siamo lasciati con una prima panoramica semplice e veloce sul mondo preindustriale, proseguiamo la nostra introduzione affrontando la tematica dell'artigianato e della grande impresa.
L'artigianato nell'età preindustriale
Se il putting-out system e le reti decentrate della manifattura domestica rappresentavano le modalità organizzative più diffuse nella produzione dei beni di consumo, l'artigianato aveva nondimeno un ruolo importante. Le caratteristiche principali di questa attività erano:
- Maggiore complessità organizzativa
- Tecniche più sofisticate
- Presenza di lavoratori specializzati (es. fabbri, ciabattini, armaioli, conciatori)
Questi artigiani operavano in settori ad alta intensità di capitale, dedicandosi a lavorazioni in cui il valore aggiunto del prodotto finale era significativo. Queste lavorazioni tendevano a concentrarsi in città e villaggi, contribuendo alla generazione di una parte rilevante del reddito e della produzione urbana, insieme ai servizi terziari come burocrazia e amministrazione.
L'organizzazione dell'unità produttiva artigiana
L'unità produttiva artigiana era fondata su una struttura gerarchica rigida:
- Maestro: proprietario della bottega e supervisore del processo produttivo.
- Apprendisti: lavoratori in formazione sotto la guida del maestro.
Il maestro e la sua bottega facevano parte della corporazione, un sistema che riuniva attività specializzate dello stesso tipo. Ad esempio, la corporazione degli orafi era una delle più influenti nell'Europa preindustriale. Le corporazioni avevano molteplici obiettivi, tra cui:
- Regolazione degli input produttivi
- Gestione della formazione del capitale umano
- Controllo degli standard qualitativi
Le corporazioni regolavano l'accesso al mercato del lavoro attraverso periodi di apprendistato e specializzazione, riducendo i costi di informazione per la clientela ma limitando la divisione del lavoro efficiente. Questo sistema garantiva agli artigiani protezione e stabilità, elementi rari in un'economia soggetta a fluttuazioni dei redditi.
Tuttavia, il sistema corporativo rappresentava solo una parte dell'attività manifatturiera preindustriale, con un impatto limitato sull'economia europea. L'organizzazione interna della bottega consentiva al maestro di controllare le quantità e i tipi di prodotti, ma la divisione del lavoro non era sistematica.
La presenza della grande impresa nell'era preindustriale
Le grandi imprese esistevano anche prima della rivoluzione industriale. Il termine manifattura indicava la concentrazione di lavoratori nello stesso luogo, "sotto lo stesso tetto".
Esempi di grandi imprese preindustriali
- Attività mineraria: richiedeva la concentrazione di numerosi lavoratori in un unico sito.
- Settore tessile: fasi come la tintura e la stampa delle tele di cotone erano spesso centralizzate in impianti gestiti da mercanti-imprenditori.
Altri settori in cui operavano grandi imprese includevano la cantieristica navale e l'edilizia, dove migliaia di lavoratori erano impiegati insieme. Tuttavia, la tecnologia disponibile non consentiva di realizzare economie di scala significative. Per aumentare la produzione, era necessario incrementare il numero di lavoratori, similmente ai moderni sistemi di produzione in lotti.
Motivazioni economiche e politiche
Le ragioni per l'impiego di grandi imprese erano varie, ad esempio:
- Assicurarsi la fornitura di prodotti strategici (navi, armi)
- Perseguire politiche mercantiliste che riducessero le importazioni di beni ad alto valore aggiunto
Un caso emblematico: Saint-Gobain
Un esempio significativo è la Saint-Gobain, fondata nel 1665 dal ministro delle Finanze francese Jean-Baptiste Colbert come Manufacture Royale de glaces de miroirs. La società era gestita da imprenditori privati, parzialmente finanziata dallo Stato e godeva di privilegi reali.