Gli Stati Uniti e l'Europa occidentale furono le prime aree a sperimentare il cambiamento che, nei decenni seguenti, si sarebbe diffuso in tutto il mondo. Tuttavia, vi furono differenze qualitative e temporali nell'affermazione delle grandi imprese tra le varie nazioni. Gli Stati Uniti, grazie alla loro dotazione di materie prime e a una popolazione in crescita, furono i primi a sfruttare queste opportunità, acquisendo una posizione di leadership nello sviluppo tecnologico. Prima della Prima Guerra Mondiale, le large corporation erano già un fenomeno consolidato nell'economia nordamericana, così come la rapida crescita economica del Paese.
Differenze tra le grandi nazioni industriali
Le opportunità offerte dalla Seconda Rivoluzione Industriale furono sfruttate in modo diverso dalle tre maggiori nazioni industriali: Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna. Comprendere queste differenze richiede l'analisi di alcuni fattori determinanti per l'azione imprenditoriale, tra cui:
- Caratteristiche dei mercati
- Regolamentazione della competizione economica
- Atteggiamenti sociali verso le grandi imprese
- Risorse culturali disponibili
Gli Stati Uniti d'America
Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, le grandi imprese erano ormai consolidate in tutti i settori industriali in cui lo sviluppo tecnologico lo permetteva, sia nella produzione di beni di consumo sia di beni industriali. Queste nuove imprese si distinguevano da quelle del passato per diverse ragioni:
- Struttura societaria: si trattava principalmente di società per azioni, non di partnership come era comune in precedenza.
- Espansione orizzontale e integrazione verticale: molte di queste società si evolvevano in multinazionali.
Struttura dei consigli di amministrazione
I consigli di amministrazione includevano:
- Inside director: membri interni all'azienda, manager stipendiati con pieno potere decisionale.
- Outside director: membri esterni che rappresentavano la proprietà ma spesso mancavano di competenze specifiche e dipendevano dagli inside director.
Dinamismo del mercato e ruolo della regolamentazione
Il mercato nordamericano, paragonabile per dimensioni a quello europeo continentale, era dinamico grazie alla crescita della popolazione e all'aumento del potere d'acquisto. Un altro fattore fondamentale per il consolidamento delle grandi imprese fu l'atteggiamento della pubblica opinione e le scelte legislative.
Il "paradosso americano" della regolamentazione
Negli anni 1880-1890, nuove forze di opposizione si sollevarono contro le concentrazioni industriali. L'applicazione delle tecnologie industriali causò uno squilibrio tra domanda e offerta, con una conseguente caduta dei prezzi. Le grandi imprese si accordarono per controllare il mercato, ma la legislazione antitrust provocò effetti inaspettati:
- Proibizione di accordi come i cartelli portò a una serie di fusioni e concentrazioni.
- Tra il 1895 e il 1903, in media, 300 imprese all'anno furono assorbite da altre.
Il ruolo dell'istruzione superiore
L'istruzione superiore giocò un ruolo cruciale nell'adattarsi alle esigenze industriali:
- Prima del 1880, i college formavano principalmente le classi medio-alte.
- Alla fine del secolo, università come il Massachusetts Institute of Technology (MIT), Purdue e Cornell avviarono corsi per ingegneri meccanici, elettrici e chimici.
Collaborazioni tra università e imprese
Il MIT ebbe un ruolo fondamentale grazie ai suoi legami con grandi imprese come:
- DuPont
- Standard Oil
- General Electric
- General Motors
Coesistenza tra grandi e piccole imprese
Nonostante lo sviluppo delle large corporation, le piccole imprese mantennero un ruolo significativo. Molte riuscirono a prosperare persino nei mercati più concentrati, dimostrando che la piccola dimensione non divenne obsoleta agli inizi del Novecento.