L'anno 1868 segna l'inizio della cosiddetta "rivoluzione Meiji", con la quale un gruppo di oligarchi, aristocratici e samurai prese il controllo del governo nazionale. Questa rivoluzione seguiva a due secoli e mezzo durante i quali l'imperatore era stato confinato a un ruolo simbolico, mentre lo shogun della dinastia Tokugawa esercitava il potere effettivo. La rivoluzione Meiji è considerata l'inizio della storia moderna del Giappone.
La società giapponese premoderna
- Isolamento dall'Occidente: rapporti limitati a mercanti olandesi e cinesi.
- Rigidità sociale: suddivisione in caste con scarsa mobilità.
- Contadini: forza lavoro principale, dediti alla risicoltura.
- Artigiani e commercianti: seconda e terza casta, numericamente inferiori.
- Samurai: aristocrazia e élite militare.
- Urbanizzazione precoce e sistema educativo efficiente con migliaia di scuole primarie.
La modernizzazione economica
Dopo la rivoluzione Meiji, il governo si concentrò sulla modernizzazione economica per mantenere l'indipendenza nazionale. L'obiettivo era il catching up con l'Occidente, attraverso:
- Riforma del sistema scolastico: accesso alla scuola primaria aumentato dal 30% al 60% tra il 1875 e il 1895, quasi al 100% prima del primo conflitto mondiale.
- Iniziative statali: impianti pilota per promuovere la tecnologia di frontiera, pur con risultati operativi limitati.
Crescita economica
- Crescita del PIL: 4,3% annuo nell'ultimo ventennio dell'Ottocento.
- Incremento del capitale azionario: crescita media del 5% annuo.
- Sviluppo industriale e minerario: tassi di crescita annui superiori al 10%.
Gli zaibatsu
Gli zaibatsu erano conglomerati familiari che dominarono l'economia giapponese, con un terzo della produzione industriale e oltre il 10% del capitale nazionale prima della seconda guerra mondiale.
- Principali zaibatsu: Mitsui, Mitsubishi, Sumitomo, Yasuda e Nissan.
- House bank: agivano come creditori e azionisti, allocando risorse tra le varie società del gruppo.
- Potere delle banche: tre quarti dei crediti concessi provenivano dalle quattro banche principali degli zaibatsu.
Imprese e piccole iniziative
Oltre agli zaibatsu, il Giappone vantava imprese di piccole e medie dimensioni:
- Ota Ward: distretto di Tokio con più di 2000 aziende di meccanica fine negli anni '30, ognuna con meno di 50 dipendenti.
Strutture organizzative
I grandi gruppi giapponesi svilupparono gerarchie manageriali e strutture organizzative simili a quelle occidentali ma con caratteristiche specifiche:
- Bantó: una sorta di general manager, legato alla famiglia proprietaria da un vincolo di fedeltà.
- Welfare aziendale: programmi di istruzione e premi basati sulle performance per motivare la forza lavoro.
Modernizzazione e reverse engineering
Gli zaibatsu cooperarono con il governo per acquisire tecnologie avanzate e pratiche di reverse engineering, integrando le scoperte sviluppate nei laboratori di ricerca statali:
- Settore elettrico: ricerca in comunicazioni radio e radar.
La via giapponese alla modernizzazione
Tra la fine dell'isolamento e la seconda guerra mondiale, il Giappone passò dalla prima alla seconda rivoluzione industriale, diventando una potenza economica mondiale. Questo fu possibile grazie:
- Alle tecniche organizzative innovative.
- Alla struttura degli zaibatsu, che governavano una parte consistente della produzione industriale e pianificavano strategie a lungo termine.
Il caso Toyota
Il successo industriale portò alla conversione di aziende per la produzione bellica e, in seguito, alla nascita di Toyota, supportata dallo zaibatsu Mitsui che distribuiva i suoi prodotti e ne era azionista stabile.